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JUBILATE DEO OMNIS TERRA

 

misericordia

 

Dall'8 dicembre 2015, festa dell'Immacolata Concezione, sino al 20 novembre 2016, festa del Cristo Re dell'Universo, si svolgerà nella Chiesa Universale il Giubileo straordinario voluto da papa Francesco per celebrare la Misericordia

Vogliamo con voi, Amici, ripercorrere – sulle stesse parole del Papa – quello che ci chiede Francesco proclamando questo Anno Santo.

Alla misericordia non si chiede il conto: «O siamo gente che si lascia amare da Dio o siamo degli ipocriti». Dopo l’annuncio dell’Anno giubilare sulla misericordia, le omelie in Santa Marta riprendono costantemente il tema con parole efficaci, perché «la misericordia è centrale, fondamentale, è la sostanza stessa del Vangelo di Gesù», il volto e l’agire di Dio, ed è missione suprema della Chiesa e dei Cristiani lasciare che essa si manifesti. Quasi quotidianamente il Papa richiama a questo percorso personale e collettivo di conversione che è quello «di effondere la misericordia divina a tutte le persone che la chiedono con cuore sincero, di non condannare eternamente nessuno, di uscire dal proprio recinto per andare a cercare i lontani, di adottare integralmente la logica dell’amore Dio».

Con San Paolo spesso invita a conformarsi alla logica di avere gli stessi«sentimenti di Cristo Gesù» (Fil 2,5). Questo affinché «la misericordia, che è la potente forza di reintegrazione che sgorga dal cuore di Cristo», grazie alla voce della Chiesa possa toccare ogni persona, adesso.

Le parole del Papa si fanno particolarmente incisive nei confronti di coloro che chiudono non solo a loro stessi, ma anche agli altri le porte al manifestarsi dell’amore Dio. Si fanno anche severe con coloro «che non aperti alla parola del Signore» si rendono impermeabili alla grazia a causa dell’indurimento e della corruzione del loro cuore, come lo sono le parole di Gesù nel Vangelo nei confronti dell’ipocrisia dei Farisei, dei corrotti, che vivono il peccato in modo nascosto e senza pentimento approfittando della loro posizione.

«O tu sei sulla via dell’amore o tu sei sulla via dell’ipocrisia. O tu ti lasci amare, accarezzare dalla misericordia di Dio, o fai quello che tu vuoi secondo il tuo cuore che si indurisce sempre di più». Non c’è, ha ribadito Francesco, una terza via. E chi «non raccoglie con il Signore» non solo «lascia le cose come stanno», ma «peggio: disperde, rovina; è un corrotto che corrompe». Per questa infedeltà «Gesù pianse su Gerusalemme» e «su ognuno di noi».

Per i corrotti, Gesù usa quella parola: ipocriti, sepolcri imbiancati, belli fuori ma dentro pieni di putredine. Questo, ha sottolineato il Papa, succede anche alle istituzioni. Ma
«dove non c’è misericordia, non c’è giustizia». Partendo dalla lettura del libro di Daniele e dal Vangelo di Giovanni là dove si parla di giudici corrotti, ha spiegato, è che questi «non conoscevano cosa fosse la misericordia», perché «la loro corruzione li portava lontano dal capirla». Invece «la Bibbia ci dice che proprio nella misericordia è il giusto giudizio».

A fare le spese di mancanza di misericordia, sottolinea più volte Francesco, «è ancora oggi il popolo di Dio che soffre quando trova – anche nella Chiesa, che è santa, peccatrice, bisognosa – giudici affaristi, viziosi e rigidi, che puniscono nei penitenti quello che nascondono nella loro anima».
Papa Francesco desidera che nella Chiesa regni la misericordia che è il manifestarsi di Dio e anche le due assemblee sinodali (quella straordinaria della dell’ottobre 2014 e quella ordinaria appena conclusasi lo scorso 25 ottobre)  dedicate alla famiglia e alle sue fragilità sono state pensate e strutturate in modo tale che la Chiesa si possa interrogare su di essa e si faccia carico della miseria umana e la sollevi a immagine del suo Signore, come è nel Vangelo. «La Chiesa – dice Francesco – è la casa di Gesù, e Gesù accoglie, ma non solo accoglie: va a trovare la gente. E se la gente è ferita cosa fa Gesù? La rimprovera, perché è ferita? No, viene e la porta sulle spalle. Questa si chiama misericordia». Proprio di questo parla Dio quando «rimprovera il suo popolo: "Misericordia voglio, non sacrifici!"». Il Papa ritorna così sui cristiani che si comportano come gli scribi e i farisei che si scandalizzano. Anche oggi ci sono cristiani che si comportano come i dottori della legge e fanno lo stesso che facevano con Gesù, obiettando: Ma questo dice un’eresia, questo non si può fare, questo va contro la disciplina della Chiesa, questo va contro la legge.

«I giudei perseguitavano Gesù perché faceva il bene anche il sabato e non si poteva fare» e attualizzando la sua riflessione il Papa spiega: «Questo avviene anche oggi. Un uomo, una donna che si sente malato nell’anima, triste, che ha fatto tanti sbagli nella vita, a un certo momento sente che le acque si muovono, c’è lo Spirito Santo che muove qualcosa; o sente una parola. Ma quell’uomo, quella donna quante volte oggi
nelle comunità cristiane trova le porte chiuse». Forse si sente dire: «Tu non puoi, no, tu non puoi;
tu hai sbagliato in questo e quest’altro e non puoi. Se vuoi venire, vieni alla messa domenica, ma rimani lì, ma non fare di più. Succede così che quello che fa lo Spirito Santo nel cuore delle
persone, i cristiani con psicologia di dottori della legge distruggono». Mostrando sempre gli
effetti della mancanza di misericordia il Papa è stato ancora più diretto: «Erano dottori della legge ma senza fede!», perché essendo la fede l’incontro con una Persona non con un sistema astratto di dottrine «questi dottori avevano perso anche la legge! Perché il centro della legge è l’amore, l’amore per Dio e per il prossimo».
Il Papa si è espresso con molta chiarezza su questo. «Purtroppo accade a volte come a Giuda, che non ha saputo leggere la misericordia negli occhi del Maestro». Se infatti non si riconosce più il Misericordioso, il cristianesimo si snatura riducendosi a ideologia, a sistema di idee, delle quali farsi proprietari per poi brandirle come clava verso gli altri. Considerarsi comunità di eletti, distinti da ingiusti e peccatori, (che sono sempre gli altri, e mai noi), non appartiene allo sguardo di Cristo. Chi è il peccatore? «Innanzitutto io», dice il cristiano.

E a proposito di riconoscere le proprie miserie, toccante la presentazione di se che il Papa ha fatto arrivando nel carcere di Palmasola in Bolivia, ritenuto il più pericoloso di tutta l’America Latina. Dice ai detenuti: «“Chi c’è davanti a voi?” Potreste domandarvi. Vorrei rispondere alla domanda con una certezza della mia vita, con una certezza che mi ha segnato per sempre. Quello che sta davanti a voi è un uomo perdonato. Un uomo che è stato ed è salvato dai suoi molti peccati. Ed è così che

mi presento. Non ho molto da darvi o offrirvi, ma quello che ho e quello che amo, sì, voglio darvelo, voglio condividerlo: Gesù Cristo, la misericordia del Padre».

«La Madonna mi ha scelto »: così Bernadette spiegava semplicemente la sua straordinaria avventura. Noi quando usiamo questo verbo (essere scelti! ) vi gettiamo dentro inevitabilmente non poca compiacenza.
Per la ragazzina di Lourdes invece è un verbo assolutamente puro, adatto a descrivere un avvenimento che si giustificava soltanto per “la incredibile misericordia di Dio” dato che per sua stessa ammissione in lei “ non c’era nulla che potesse motivare ciò che le era accaduto”.

Lourdes è, quindi dall'origine, un luogo eminente della Misericordia di Dio. Fin dall'annuncio del Giubileo, era evidente dunque che il Santuario fosse riconosciuto come un luogo giubilare, come ha voluto Mons. Brouwet, vescovo di Tarbes e Lourdes. Da allora le squadre del Santuario lavorano senza sosta per la costruzione di una porta santa e per il lancio di numerose iniziative che scandiranno i pellegrinaggi nel corso di questo eccezionale anno. Per tutti coloro che si ripromettono "Un giorno andrò a Lourdes", questo Giubileo della Misericordia è l'occasione ideale per realizzare un voto o quello di una persona cara.
A Lourdes, tutti hanno il proprio posto e ciascuno è atteso dalla Vergine Maria. Per ciascuno, giovane o anziano, studente o imprenditore, madre di famiglia, religiosa o sacerdote, l'anno giubilare sarà un tempo propizio per diffondere l'amore che Dio dona in sovrabbondanza. Nel documento che istituisce il Giubileo straordinario della Misericordia, il Papa invita a contemplare il mistero della misericordia come sorgente di gioia, di serenità e di pace affinché ciascuno possa fare l'esperienza dell'amore di Dio che consola, perdona e dona speranza: «La misericordia è la parola chiave del Vangelo, possiamo dire che è il 'volto' del Cristo, il volto che ha mostrato andando all'incontro con tutti, soprattutto quando, inchiodato sulla croce, ha perdonato: il volto della misericordia divina. Il Signore vi invita ad essere dei 'canali' di questo amore, in primo luogo verso gli ultimi, verso i più poveri che, ai suoi occhi, sono i privilegiati.»
Tutta la Chiesa è invitata a vivere questo Giubileo ed il papa ha auspicato che i santuari di tutto il mondo vi si associno. Un giubileo è l'occasione affinché le famiglie, le parrocchie e tutta la comunità cristiana siano stimolate nella loro vita di preghiera. Così come dice papa Francesco: La misericordia è ciò che possiamo sentire di meglio. Cambia il mondo. Permette che sia un po' meno freddo e più giusto.
È importante che ciascuno la viva e la porti in tutti gli ambienti della società. Avanti! È adesso il tempo della Misericordia!

 


Marco e Federico, diaconi


 

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